La ricerca – Cosa facciamo

LA RICERCA 

Relazioni sociali rarefatte, legami evanescenti, società sempre più “liquida” sono termini ricorrenti nell’analisi contemporanea dei contesti (Bauman 2003). Tali letture possono far sovra-rappresentare la “liquidità” impedendo di vedere l’esistenza di una componente irriducibile del “sociale”, un ineliminabile “ubi consistant” costituito dai legami sociali, cioè da quelle relazioni che attribuiscono senso e sostanza al vivere in società e consentono di realizzare progetti e attività impossibili da perseguire individualmente. Il nostro non è solo il tempo della chiusura individualistica, ma anche quello delle mille associazioni di volontariato e di terzo settore, di nuove modalità di condivisione di porzioni di vita, di intensi scambi tra le famiglie e tra le generazioni che esprimono, in forma adeguata alla contemporaneità, il persistere di legami comunitari (Boccacin 2017).

I luoghi ecclesiali (le parrocchie, i decanati, le comunità pastorali) sono ambiti deputati alla costruzione/rigenerazione di tali relazioni, ma devono fronteggiare le ambivalenze e le frammentazioni della società contemporanea. Al loro interno, quali processi consentono di instaurare e mantenere relazioni sociali solide e a volte innovative? Oggi l’innovazione relazionale si coniuga con la presenza dei media digitali nel mondo della vita quotidiana delle persone, delle famiglie, delle generazioni, delle organizzazioni prosociali e delle istituzioni. Moltissime analisi hanno chiarito il ruolo degenerativo di tali dispositivi nelle relazioni interpersonali, ma, in questo progetto di ricerca, si intende focalizzarne la valenza connettiva e inclusiva in grado di concorrere all’empowerment di relazioni durevoli e al perseguimento del benessere dei singoli, delle famiglie, delle loro comunità di riferimento (Rivoltella 2017). Significative sono le ricadute sulla realtà ecclesiale italiana: infatti, l’annuncio evangelico, basato in larga misura sull’incontro diretto e su una proposta personale, oggi si confronta con la “virtualità” dei media digitali, ma anche con la loro efficacia nell’estendere le occasioni di incontro e di proposta pastorale all’interno del mondo odierno.

Nello specifico, nel solco della riflessione sul significato della missione della Chiesa nell’attuale realtà della comunicazione avviata nell’Assemblea Generale dei Vescovi del maggio 2018, il progetto di ricerca si propone di accompagnare – diventandone parte – il biennio di sperimentazione pastorale che l’Ufficio Comunicazioni Sociali della CEI intende promuovere, d’intesa con gli altri Uffici, negli ultimi due anni del decennio della Chiesa Italiana sull’Educare.

 

Il progetto (2019-2021) intende:

1) indagare (attraverso survey e indagini qualitative) i legami sociali e la loro generatività, nell’attuale condizione di rilevanza dei media, con particolare riferimento alle esperienze pastorali che saranno varate nell’ambito della sperimentazione suddetta;

2) mettere a punto una metodologia di intervento che trovi nelle tecnologie digitali una leva decisiva nel lavoro di (ri)allestimento delle reti sociali afferenti alle comunità ecclesiali (Brambilla, Rivoltella 2018).

3) formare figure in grado di creare/rilanciare/potenziare contesti comunitari a livello ecclesiale sotto il profilo sociale, organizzativo, digitale.

4) sviluppare strumenti, dispositivi e strategie di intervento che, grazie alle tecnologie digitali, supportino e promuovano le relazioni sociali ai diversi livelli (micro, meso, macro).

 

Cinque domande orientano il lavoro dell’équipe multidisciplinare

1) Come osservare i legami sociali oltre l’idea della “liquidità”?

2) Con riferimento alle realtà ecclesiali, si possono individuare forme emblematiche di “solidità” del legame nel presente contesto postmediale?

3) È possibile individuare spazi di intervento pastorale e sociale, nei quali il ricorso alla tecnologia di comunità rappresenti un valore aggiunto in grado di sostenere e potenziare le relazioni sociali?

4) Come arricchire tali relazioni, rendendo gli adulti, e in particolare i genitori, più consapevoli della loro importanza, anche mediante il contributo dei media digitali?

5) Quali applicativi “relational friendly” e quali esperienze nella logica delle “tecnologie pastorali” è possibile realizzare e testare su piccola, media e larga scala?

 

La risposta a queste domande richiede un impianto metodologico articolato: si intende quindi realizzare una survey nazionale (circa 1000 soggetti) e almeno 5 focus qualitativi in contesti ecclesiali locali (best practices). Verranno osservate le relazioni sociali esistenti, all’interno degli ambiti ecclesiali locali, la loro strutturazione in presenza e digitale, la loro capacità connettiva di tipo intergenerazionale e la loro generatività sociale in termini di solidarietà, appartenenza anche associativa, coesione sociale, partecipazione, supporto concreto rispetto ai bisogni tradizionali ed emergenti, socialità ed educazione alla reciprocità; le configurazioni di rete (social network analysis), che da tali relazioni prendono avvio; il benessere soggettivo, intersoggettivo e comunitario che ne deriva.

 

In questo video Lucia Boccacin, direttrice scientifica del progetto, presenta la ricerca “Le relazioni sociali al tempo dei personal media nella realtà ecclesiale italiana”.

 

 

Progetto finanziato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in quanto “Progetto di rilevante interesse per l’Ateneo”.