Adolescenti

Adulti e ragazzi insieme, per un internet migliore

Lo scorso martedì, 9 febbraio 2019, si è celebrato il Safer Internet Day che aveva per slogan Together for a better internet. 

Ad oggi, nel Regno Unito l’Ofcom registra un dato importante: 1 ragazzo su 10 fra i 12 e i 15 anni è vittima di cyberbullismo, perché il fenomeno si è ormai diffuso h24 7 giorni/7  dato che bullo e vittima sono entrambi a portata di smartphone (nella tasca posteriore).

Di seguito, vi proponiamo come approfondimento il link ad un articolo (in inglese) in cui la BBC riporta un fatto di cronaca avvenuto recentemente in Galles e altri vissuti che possono interessare anche il nostro Paese: gli adulti ammettono di non riuscire a stare al passo con la tecnologia e i (pre)adolescenti confessano la frustrazione di non essere compresi dalle loro figure di riferimento, ma entrambi stanno sempre più spesso cercando un punto di incontro e di dialogo in strutture sicure e protette (come la scuola) per affrontare insieme le esperienze online più difficili.

Cosa ne pensano gli adolescenti della loro vita social?

Quando si studia la vita social degli adolescenti di oggi è bene partire dalle rappresentazioni e dalle esperienze dei diretti interessati.

I ragazzi dicono che i social media di sicuro potenziano le relazioni, ma allo stesso tempo li distraggono dalle connessioni interpersonali.

Ecco a voi, il link (in inglese) per accedere al report completo, a un video di presentazione e ad altri spunti interessanti della ricerca Social Media, Social Life: Teens Reveal Their Experiences pubblicata quest’anno in America: quanto un simile report rivela dei nostri ragazzi e della loro consapevolezza in tema di social media? I risultati raccolti da Common Sense Media sono sorprendenti e costituiscono una comunicazione scientifica di rilevanza sociale che merita la nostra attenzione.

I genitori elicottero

Non sempre dobbiamo essere d’accordo con nuove definizioni o nuove mode lessicali, ma sicuramente dobbiamo conoscerle.

Dopo i genitori spazzaneve, oggi tocca ai genitori elicottero, così descritti: “genitori eccessivamente vicini ai loro figli, che li aiutano a superare tutti gli ostacoli che incontrano, soprattutto in ambito scolastico”.

La genitorialità elicottero è sicuramente una immagine forte.

“Quando i genitori credono che viziare i figli, e farli crescere nella bambagia, significhi dare loro amore, causano un danno involontario”, non preparando i figli alla gestione del rischio, delle insicurezze e del dolore.

“I bambini devono imparare a ragionare con la propria testa, risolvere i problemi da soli, gestire lo stress e superare le avversità. Le competenze, le abitudini e l’atteggiamento che apprendono durante l’infanzia dovrebbero prepararli ad una vita adulta sana e realizzata”.

Un bel dibattito, qui il link al pezzo da cui abbiamo tratto le citazioni riportate.

 

Videogame e violenza

Le cronache riportano spesso il tema alla nostra attenzione.

Ma può davvero essere incriminata la semplice esposizione ai videogiochi?

Può un videogame violento provocare una tale portata (il pezzo che ne discute prende le mosse dalla recente strage in una scuola americana).

Qualche idea nell’articolo di Emilio Cozzi, esperto di videogame, qui.

Facebook perde terreno

Sappiamo da un po’ di tempo che Facebook è diventato un luogo “stretto” per molti adolescenti.

Forse perché gli adulti lo hanno popolato.

Se ne parla in un pezzo di Wired: “nel 2017, l’utenza tra i 12 e i 17 anni è infatti scesa del 9,9%. Nel complesso, il social network fondato da Mark Zuckerberg sembra perdere terreno tra i giovani al di sotto dei 25 anni, facendo segnare un saldo negativo di 2,8 milioni. La tendenza, secondo alcune ricerche, è confermata anche in Italia”.

Instagram, Misical.ly, Snow e This crush sono solo alcuni dei social network che stanno impensierendo il colosso americano e che, a quanto pare, stanno interessando i più giovani.

Qui il link all’articolo di Wired Italia.

 

 

WhatsApp in classe

Un bell’articolo ci racconta che usare lo smartphone in classe è possibile e che, se inserito in un contesto didattico adeguato, WhatsApp può essere un ottimo ambiente di lavoro e condivisione.

L’esperienza descritta è quella di Emanuela Pulvirenti, che vi invitiamo a leggere (qui sotto in versione Immagine).

IMG_4197

Lo smartphone per scrivere se stessi

Sugli smartphone i ragazzi scrivono il loro romanzo di formazione: è un diritto che devono saper usare, così si intitola l’articolo di Boccia Artieri. Questo significa che i media non sono solo strumenti, ma spazi di racconto profondo.

Come ben scritto dall’attore (qui), la strategia è semplice: aiutare i ragazzi a usare bene lo smartphone, chiaramente non in termini tecnici o strumentali.

Nota: articolo a pagamento

Adolescenti e Internet

Secondo un recente studio (qui un articolo che ne sintetizza alcuni aspetti), i ragazzi dichiarano di aver assistito o vissuto esperienze negative in rete con un dato in grande crescita.

come sempre, serve prudenza: aumentano le esperienze negative oppure aumenta il tempo trascorso in rete e -quindi- la probabilità di riscontrare esperienze negative?

Certo è che un dato rimane: è necessario ACCOMPAGNARE i bambini e i ragazzi, parola chiave nel lavoro di Tisseron, per affrontare insieme esperienze negative o per potenziare il senso critico e la possibilità di non cadere in trappole più complesse da gestire.

Smartphone e felicità

Uno studio indaga il tema, coinvolgendo un gruppo di adolescenti. I ragazzi oggi sono più felici? E se non lo sono possiamo imputare all’uso massivo degli smartphone questa infelicità?

Un articolo per affrontare il tema: certamente chiudere e rinchiudersi dietro a uno schermo, senza praticare attività diverse, rafforza alcune debolezze e dinamiche di esclusione del soggetto. La parola chiave, citando Tisseron, è proprio ALTERNANZA!

Qui il link al pezzo .