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galbusera
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3rd novembre, 2019
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News
Come si può diventare programmatori informatici in soli sei mesi? Al via il programma di coding gratuito Code Your Future, rivolto ai rifugiati, ai richiedenti asilo e alle persone in difficoltà economica, ideato dall’omonima organizzazione no profit e lanciato in Italia grazie alla collaborazione di LVenture Group, holding di partecipazioni quotata sul MTA di Borsa Italiana che investe in startup digitali.
Le candidature sono aperte dal 7 marzo 2019. Code Your Future ha l’obiettivo di:
- Far crescere quelle competenze digitali oggi richieste sul mercato del lavoro nelle persone che si trovano in una situazione di partenza di maggior svantaggio: rifugiati politici o richiedenti asilo e cittadini italiani disoccupati e in condizione di difficoltà economica, che necessitano di un’occasione per non sprecare il loro potenziale;
- Far emergere nella diversità un insieme di nuovi talenti per le aziende che operano nel campo delle nuove tecnologie: diversi studi dimostrano come gli ambienti di lavoro con un maggior tasso di diversità, culturale e di genere, stimolino la creatività e siano più produttivi;
- Affermarsi come modello di integrazione di successo nel nostro Paese.
Per voi, il Comunicato Stampa completo e il link al sito su cui iscriversi al corso gratuitamente: per candidarsi al programma, è necessario infatti completare il percorso di applicazione entro il 7 aprile. Le lezioni prenderanno il via il 4 maggio presso l’Hub di LVenture Group e LUISS EnLabs. Il programma è supportato da ONEMYFI, partner tecnico dell’iniziativa con la sua soluzione Wi-Fi portatile.
Let’s “Code Your Future”!
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galbusera
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5th luglio, 2018
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News
Per gli appassionati di videogiochi o della ricerca scientifica, ecco il mix perfetto: AESVI – Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani, ha pubblicato il suo rapporto annuale sul settore dei videogiochi in Italia nel 2017. Eccone alcuni numeri: il 57% degli italiani tra i 16 e i 64 anni ha giocato almeno una volta a un videogioco negli ultimi 12 mesi, parliamo di circa 17 milioni di persone che nel 59% dei casi sono uomini; la principale fascia di età si concentra tra i 25 e i 34 anni, seguita da quella tra i 35 e i 44, mentre il divario tra uomini e donne aumenta con l’età. Il 45% degli intervistati dichiara di giocare tutte le settimane, ma c’è anche un 43% che non gioca mai.
Una percentuale significativa è quella dei genitori che giocano con i figli, sono il 67% e lo fanno per i motivi più disparati. Il più comune è che è un’attività divertente, oppure per passare del tempo con loro. Più di un terzo dei genitori afferma che sono i figli stessi a voler giocare con i propri genitori. Per certi versi un dato confortante e che piano piano erode convenzioni secondo cui i bambini si isolano attraverso i videogiochi o i genitori non siano persone consapevole. È chiaro che più si va avanti più i giocatori di vecchia data diventano padri e madri con maggiore conoscenza in materia rispetto alle generazioni precedenti.
A detta dello stesso Paolo Chisari, Presidente Aesvi, «il videogioco è l’intrattenimento per eccellenza del nostro tempo e perché è sempre più spesso utilizzato anche in famiglia come momento di condivisione tra genitori e figli». Qui di seguito, il link per leggere l’articolo (completo dei dati sui dispositivi e i videogiochi più in uso) e guardare le infografiche pubblicate su Wired.it. Players, are you ready?