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Youtubers. Quando il successo non è più un gioco

Sullo scorso numero cartaceo del settimanale Internazionale (1229, 3 novembre 2017), Barbara Höfler ha scritto un interessante articolo, In cerca di fortuna su YouTube, per parlare del sogno di tanti ragazzi di diventare ricchi e famosi sul web.

In Italia abbiamo assistito al fenomeno di Yuri Sterrore, in arte Gordon; all’esterno ci sono riuscite Melanie, influencer bavarese di cosmesi (alias SchminkaRella), e Bianca, titolare tedesca del canale Bibis Beauty Palace; è stato invece un colpo di fortuna quello dei ragazzi svizzeri Tobias & Matthias che per le loro visualizzazioni hanno preso parte al programma partner di Google, dove “è la community a scegliere, non il giurato di un talent show”.

“Secondo uno studio delle università di Colonia e Magonza, il tipico youtuber professionista è un uomo (74 per cento), è laureato (50 per cento) e raggiunge i centomila iscritti all’età media di 25,7 anni. Ma c’è un altro dato interessante: l’1 per cento. Sono quelli, secondo Brooke Erin della Cornell university di New York, che alla fine riescono davvero a guadagnarsi da vivere con i video.” Di questo numero ristretto fa parte la webstar tedesca Cheng Loew, che ha però presto imparato a sue spese come “la favola di YouTube, invece, non esiste: YouTube è un’impresa privata”.

 

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