Da qualche tempo a questa parte, la tanto osannata libertà democratica di Internet ha ceduto il posto ad una vera e propria anarchia della netiquette e purtroppo molti utenti non sanno sempre moderare il proprio linguaggio nel rispetto degli altri.
Giuseppe Riva, ordinario di Psicologia della comunicazione dell’Università Cattolica di Milano, scrive nel n. 262 (luglio-agosto 2017) della rivista Psicologia contemporanea le ultime novità su Come evitare l’odio online. Qualche mese fa a Roma è stata, infatti, pubblicata la prima ricerca italiana sui discorsi d’odio nei media, promossa da COSPE all’interno del progetto BRICKS (Building Respect on the Internet by Combating Hate Speech).
I risultati hanno evidenziato la mancanza diffusa di un intervento esplicito da parte di un moderatore che tuteli l’uso corretto degli spazi di commento online; a questo proposito, per sensibilizzare il popolo della Rete ad utilizzare toni accettabili in ogni situazione, è stata già avanzata la proposta sociale Parole O_Stili contro la violenza delle parole, che ha redatto il Manifesto della comunicazione non ostile (una carta di 10 principi scritti a più mani dalla Community).
Grazie alla collaborazione dell’Università Cattolica con il contributo degli psicologi (coordinati da Emanuela Confalonieri e Simona Caravita), di pedagogisti come Pier Cesare Rivoltella e di sociologi come Giovanni Mascheroni, si è pensato di adottare tali principi in ambito formativo dando l’opportunità a ragazzi e giovani adulti di descrivere, ad esempio in un video, opportunità e rischi delle diverse attività in Rete.
Per evitare l’odio online bisogna quindi giocare sulla responsabilità morale, data l’incomunicabilità nel virtuale dei vissuti emotivi, ben espressi invece dal non verbale: dove manca empatia, si rischia infatti di prendere tutto quello che si fa o si dice per uno scherzo innocente e, cosa ancora più grave, privo di conseguenze.