Nel testo di Tisseron, 3-6-9-12. Diventare grandi all’epoca degli schermi digitali, tanto caro a Educazione Digitale, si dice che per un bambino di meno di 24 mesi è impossibile parlare di programmi “adatti”: l’unica cosa che conta è il tempo passato davanti al televisore. E lo stesso si potrebbe dire oggi anche per il tempo passato davanti a YouTube.
Il numero di luglio della rivista Internazionale ha dedicato un articolo davvero ricco e interessante, intitolato Rapiti da YouTube, per cercare di spiegare il sistema dei così detti “consigli” dell’azienda come un’intelligenza artificiale che impara costantemente quali suggerimenti sono in grado di spingere gli utenti a continuare a guardare video. Queste raccomandazioni sono all’origine del 70% delle visulaizzazioni, ma YouTube non rivela in che modo il sistema fa le sue scelte. Alcuni ricercatori hanno rinominato quel graduale reidirizzamento degli utenti da parte della piattaforma verso video o argomenti sempre più estremi e violenti, che possano catturare la loro attenzione, “l’effetto tana del bianconiglio”.
Il dato più allarmante resta però il fatto che, nonostante YouTube adotti una politica molto severa per tutelare i minori, i bambini non possono comunque essere al riparo (almeno, preventivamente) dalla logica dell’algoritmo se non grazie all’accortezza dei loro genitori sui contenuti che i figli guardano o, addirittura, postano.
La crisi dell’infanzia su YouTube riflette la più ampia crisi cognitiva causata dai sistemi automatizzati, dalla scarsa intelligenza delle macchine, dalle reti sociali e scientifiche nonchè da da una cultura diffusa con tutti i suoi apparati di facili capi espiatori e sottostrutture interconnesse e sempre più nebulose.
Qui, per approfondire, l’articolo pubblicato da Internazionale online.