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5th giugno, 2019
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Il digitale non è un mondo, un universo parallelo, ma una dimensione del mondo reale: la vita digitale è la nostra vita di tutti i giorni, che trova nel digitale una sua componente di rilievo. […] Il digitale ha colonizzato la nostra vita, l’ha resa anche digitale. Quando si afferma che la Media Education oggi diventa educazione tout court e svolge un ruolo rilevante nella costruzione della cittadinanza digitale è a questa idea di cittadinanza digitale cui occorre pensare.
In questo breve passo tratto da Il corpo e la macchina. Tecnologia, cultura, educazione , scritto da Pier Cesare Rivoltella e Pier Giuseppe Rossi ed edito da Morcelliana-Scholé, si riassume il cuore di una nuova prospettiva, che considera la tecnologia come qualcosa di antropologicamente costitutivo, senza demonizzarla né esaltarla inutilmente: all’interno del paesaggio attuale le menti poliedriche dei due autori riescono a suggerire allo studioso e al formatore una piattaforma programmatica che trova nel sistema uomo-macchina-ambiente il suo terreno più fertile di riflessione.
Qui, voi appassionati di tecnologia, ma soprattutto di cultura ed educazione, potete leggere un articolo con l’introduzione del libro, la quarta di copertina e il sommario. Buona lettura!
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30th aprile, 2025
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Il Professor Pier Cesare Rivoltella, più volte citato per Educazione Digitale, ha da poco pubblicato per Scholé Un’idea di scuola, un nuovo libro che tenta di portare ad una risoluzione felice la contrapposizione tra due paradigmi antagonisti, «quello “del capitale umano”, economicistico e orientato all’efficienza e alla produzione, e quello “dello sviluppo umano”, preoccupato invece della promozione dell’uomo e delle libertà personali (Baldacci, 2014)». L’idea di scuola del professor Rivoltella si costruisce su quattro consapevolezze, una per capitolo:
- La scuola funziona ancora oggi come un dispositivo verticale, che soffre di un profondo scollamento dalla società sempre più orizzontale con il rischio di risultare poco significativa per i suoi studenti;
- Un insegnante non dovrebbe mai smettere di essere alla ricerca del meglio, così da diventare un professionista “completo” e meritarsi il riconoscimento dei suoi alunni;
- Laddove la troppa libertà abbia portato alla nascita di pratiche sociali prive di limiti e quindi di responsabilità, il metodo potrebbe diventare la chiave di volta per l’innovazione scolastica;
- Occuparsi dei media non significa cedere ad una moda, ma perseguire l’obiettivo di rendere la scuola contemporanea, quali «frontiera etica e spazio di costruzione della cittadinanza».
Ecco per voi la presentazione del libro firmata dal suo autore e condivisa sul suo blog: per parlare di educazione digitale, è giusto talvolta fare chiarezza su ciò che intendiamo noi per educazione prima di tutto.

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5th novembre, 2018
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Vi proponiamo ora un testo che è uscito nelle librerie il 15 marzo 2018 per ragionare sul futuro dei libri e, ancora di più, sulla formazione futura dei nostri figli: L’età della frammentazione. Cultura del libro e scuola digitale (ed. Laterza) è il nuovo saggio di Gino Roncaglia, professore associato presso l’Università degli Studi della Tuscia, il quale analizza in maniera critica la fede indiscussa nella tecnologia come motore di una vera e propria rivoluzione didattica.
I libri di testo servono davvero? E, ammesso che la risposta sia stata positiva in passato: servono ancora, anche nel mondo del digitale e delle reti? Infine: se servono ancora, come dovrebbero essere organizzati, e che tipo di uso dovrebbero fare delle possibilità aperte dal digitale?
Il professor Roncaglia auspica un’ “età delle cattedrali”, fatta di risorse e contenuti digitali strutturati e complessi (anziché granulari e frammentati) e si chiede se le nuove generazioni saranno in grado di costruirla a partire dalla cultura che noi lasceremo loro in eredità.
Questo il link dell’intervista all’autore pubblicata su Rai Scuola. Buona visione e, soprattutto, buona lettura!

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30th aprile, 2025
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Per restare in tema di condizionamenti da Social Network, esistono alcune strategie utili a raggirare il sistema degli algoritmi e ce le suggerisce Nicola Zamperini, giornalista e consulente di grandi aziende (ha anche un blog sull’Huffington Post), con il suo libro appena edito da Castelvecchi Manuale di disobbedienza digitale.
Basterebbe applicare un’altra legge scritta dal grande creatore della fantascienza [Isaac Asimov, ndr] per smontare l’assetto dittatoriale della rete com’è oggi: “Un robot deve ubbidire agli ordini degli esseri umani”.
L’autore propone infatti un “ennalogo” di azioni pensate per attuare una sorta di disobbedienza e provare a fuggire dal rischio predittivo delle nostre azioni nel web, divenuto per certi versi una gabbia digitale in cui abbiamo rinchiuso la libera espressione di alcune dimensioni centrali della nostra esistenza: dall’amicizia alla memoria, dalla nascita alla morte. Uscirne, senza sloggarsi, è ancora possibile!

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30th aprile, 2025
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Nella Giornata mondiale del Libro, che si celebra oggi 23 aprile, vi proponiamo una lettura interessante in quanto spunto per Episodio di Apprendimento Situato (metodologia didattica innovativa, già citata per Educazione Digitale nella giornata mondiale della radio con le Narrazioni Audiovisive): si tratta de I bambini di Moshe. Gli orfani della Shoah e la nascita di Israele di Sergio Luzzato (Einaudi, 2018). I bambini di Moshe sono orfani della Shoah rinati alla vita nell’Italia della Liberazione; sono giovanissimi ebrei d’Europa centrale e orientale sfuggiti allo sterminio nazista, che nel 1945 hanno incontrato un uomo come Moshe Zeiri, il militante sionista che fondò e diresse a Selvino, nella Bergamasca, l’orfanotrofio piú importante dell’Europa postbellica.
Un EAS è una porzione di azione didattica, ovvero l’unità minima di cui consta l’agire didattico dell’insegnante in contesto; in quanto tale esso costituisce il baricentro a partire dal quale l’intero edificio della didattica si organizza (P.C. Rivoltella, Fare didattica con gli EAS, La Scuola, 2013)
“Bambini da un altro pianeta” è il titolo dell’EAS che è stato sperimentato con successo in una classe seconda dell’I.I.S. Avogadro di Torino, in modalità BYOD (Bring Your Own Device, “porta il tuo dispositivo” digitale), partendo dal libro per poi spaziare nel mondo dei trailer cinematografici e tuffarsi infine nella ricerca sul web: ecco un’occasione unica per sviluppare competenze di Storia e testare la pedagogia dei capolavori di Philippe Mieirieu, finalizzata al superamento di se stessi e della propria educazione mediale.
Questo, per voi, il link su Historia Ludens (nella sezione dedicata alla Didattica della Storia) con il post ricco di approfondimenti e materiali operativi, scritto dalla collaboratrice del CREMIT e autrice del suddetto EAS, la Prof.ssa Enrica Bricchetto.
Buona lettura!
