nòva 24

Lavorare con il digitale a scuola #NovaAJ

Dall’introduzione dei nuovi media nella scuola ci si sarebbe aspettato un cambiamento repentino non solo nelle abitudini, ma anche negli atteggiamenti di studenti e insegnanti verso il sapere: quello che si registra, però, le metodologie didattiche innovative vengono percepite dai più come momenti isolati e per questo a volte faticosi da integrare nella routine scolastica. Vi proponiamo a questo proposito il link all’articolo di Dianora Bardi che non vuole perdere l’occasione di avere ben chiaro il percorso da seguire affinché vi sia una vera e propria innovazione nella scuola. E perché non ripartendo dal cooperative learning della tradizione pedagogica, già reso possibile in molti ambienti digitali?! 

Il lavoro cooperativo porta dentro il cuore della pedagogia di Freinet: il lavoro intellettuale può entusiasmare il bambino, che contrariamente alla convinzione comune, non è fatto per il gioco ma per il lavoro. […] Complice Freinet, si può provare a risemantizzare i termini “gioco” e “lavoro” nel contesto della scuola: gioco non è sinonimo di intrattenimento e lavoro è sinonimo di attività autentica. Così, forse, la scuola potrebbe essere più vicina alla vita e il gioco più lontano dall’intrattenimento (Pier Cesare Rivoltella, Fare didattica con gli EAS, Episodi di Apprendimento Situati).

 

teamwork

Rischi del digitale #NòvaAJ

Continuiamo le nostre pillole di scienza sul digitale e la scuola con un altro articolo sempre di Guido Romeo che potrete leggere per intero al seguente link. Negli ultimi anni, da una parte, l’espansione dei sistemi connessi di rete ha velocizzato notevolmente il tempo di risposta alle proprie domande o performance digitali e, dall’altra, la diffusione di smartphone e tablet ha alterato in maniera incontrovertibile le relazioni interpersonali: la modifica dell’attenzione visiva (già descritta da Green e Bavalier nel 2000), la game addiction ossia una forma di dipendenza da gioco (documentata nei ragazzi fra gli 8 e i 18 anni da Gentile) e la riduzione della socialità (studiata da Anderson) sono solo alcuni degli effetti documentati più rischiosi del digitale. Tuttavia, proviamo a cambiare prospettiva:

I media non sono semplicemente strumenti, non si può contrapporre esperienza reale e virtuale ma al contrario occorre concepirle come dimensioni diverse ma del tutto integrate della nostra esperienza. […] La natura della tecnologia non è sostitutiva ma additiva, ovvero ogni nuova tecnologia si affianca alle tecnologie tradizionali senza decretarne la fine anche se, certo, ne modifica gli usi e la funzione all’interno dell’ambiente simbolico. (Pier Cesare Rivoltella, La previsione. Neuroscienze, apprendimento, didattica).

 

vision

Opportunità del digitale #NòvaAJ

Nell’articolo di Nòva 24 che vi abbiamo presentato ieri, ci sono tre approfondimenti digitali (accessibili tramite l’app NòvaAJ – Augumented Journal) sulle opportunità, i rischi e la svolta del digitale nella didattica. Ecco a voi il link al primo sempre di Guido Romeo che vi vogliamo riassumere così: il primo punto di forza del digitale è quello motivazionale, in quanto catalizzatore dell’attenzione selettiva dei ragazzi; dopodiché, l’apprendimento emozionale e la sospensione del giudizio sono due peculiarità di molti videogame che avrebbero una ripercussione sicuramente favorevole nei giovani discenti, se applicate anche in ambito scolastico. Ma c’è di più:

I videogiochi offrono ai giocatori un senso di realizzazione in molti modi diversi. […] In un videogioco, schiacci dei bottoni nel mondo reale e un intero mondo interattivo virtuale prende vita. L’amplificazione dello stimolo è altamente motivante per l’apprendimento. Questo per dire che si prova grande soddisfazione quando ciò che si fa sembra così poco se paragonato a ciò che si ottiene. Sembra un miracolo (James Paul Gee, Come un videogioco. Insegnare e apprendere nella scuola digitale).

 

motivation

 

Gli effetti del digitale, cosa dice la ricerca

Ieri, 21 maggio 2018, si è tenuto a Bergamo il seminario “Digitale Sì, Digitale No” (per approfondimenti, clicca qui) durante il quale sono stati presentati i risultati della ricerca italiana condotta tra novembre 2017 e maggio 2018 dal centro studi Impara Digitale e dal Coordinamento Nazionale degli In segnanti Specializzati (Cnis) dell’Università di Padova, con il supporto di Acer for Education, sugli effetti del digitale nella scuola primaria: l’indagine ha coinvolto 1400 insegnanti di 45 scuole primarie e oltre 1300 bambini tra i 6 e gli 11 anni provenienti da 28 scuole da tutta Italia (8 al nord, 4 al centro e 16 al sud) e divisi equamente per genere.

«La connettività, e in particolare la diffusione dei dispositivi mobili ai quali i bambini hanno accesso fin dall’età prescolare, è un salto di paradigma i cui effetti insegnanti e ricercatori ancora faticano a mettere a fuoco»: questo il commento di Guido Romeo nel suo articolo Il digitale a scuola promosso con riserva comparso su Nòva24 de Il Sole 24 ore di domenica scorsa. Ad oggi:

  • tra i progressi apportati dal digitale nella scuola si registrano una maggiore predisposizione ad imparare negli alunni, una riduzione dell’ansia nell’approcciarsi a prodotti di edutainment e la capacità di superare meglio gli eventuali problemi di apprendimento (disortografia, dislessia, ecc.);
  • tra le criticità, invece, le poche evidenze sperimentali sul fronte neuro-psicologico, la scarsità delle infrastrutture (meno del 15% di istituti è dotato di banda larga) e la mancanza, a volte, di competenza degli insegnanti, unica garanzia finale dell’impatto didattico delle nuove tecnologie.

Nei prossimi giorni vedremo degli approfondimenti su ciascuno di questi aspetti della ricerca sugli effetti del digitale…

to be continued